Competitività e innovazione nella quarta rivoluzione industriale
Il sistema industriale affronta oggi la sua quarta rivoluzione, cioè l’evoluzione verso un modello intelligente, dove gli strumenti di lavoro sono connessi alla Rete e interconnessi tra di loro.
Il cambiamento cui stiamo assistendo ha una portata epocale e sarà segnato dalla nascita di modelli, strategie e paradigmi nuovi, non solo di produzione e di acquisto ma anche di comunicazione e interazione tra uomo e macchina e tra uomo e uomo.
Una rivoluzione sociale quindi prima ancora che industriale e tecnologica, che come annunciato dal World Economic Forum nella ricerca “the Future of the Jobs” sta già investendo il mondo del lavoro, con la nascita di nuove professioni. Nel manifatturiero cambieranno i set di abilità per tutte le classi di lavoratori ed evolverà sia il come e sia il dove le persone lavorano.
Il sistema paese Italia arriva al 4.0 con ritardo ed è chiamato ad affrontare il cambiamento in un contesto industriale unico fatto di una molteplicità di PMI che sono la colonna portante del sistema produttivo e che richiedono politiche strategiche e di reale sostegno.
Il Piano Industria 4.0 lanciato a febbraio scorso riporta la politica industriale al centro dell’agenda di Governo, introducendo strumenti che partono da una lettura della struttura dell’economia italiana e che tengono conto della nuova fase di globalizzazione che stiamo attraversando.
È in questo contesto che Federmanager ha commissionato a G&G Associated una ricerca sull’universo PMI che partendo dalle considerazioni appena fatte vuole analizzare se e in che misura le PMI stesse, la componente maggioritaria del tessuto produttivo e imprenditoriale del paese, stiano recependo questo messaggio e in che modo si stiano attrezzando per affrontare il cambiamento attraverso l’innovazione.
Viene quindi analizzato il ruolo che i manager stanno ricoprendo all’interno delle PMI e come il patto sociale tra queste componenti rappresenti un fattore di sviluppo per competere e traghettare il sistema su nuove curve di crescita.
L’infografica riassume le principali evidenze dell’indagine.
Tra le imprese intervistate, campione rappresentativo dell’universo PMI del manifatturiero italiano, 7 imprese su 10 sono a conoscenza di Industria 4.0
Per fronteggiare i cambiamenti in atto, le PMI dichiarano di aver attivato misure in formazione (82,1%), ricerca (57,9%), assunzione di nuove figure professionali (42,6%) e poi in infrastrutture di rete (35,3%), comunicazione digitale (31,6%), in reti di impresa (15,3%).
Il capitale umano si conferma la vera forza del sistema paese e le PMI evolvono investendo su questo asset sia in termini di formazione sia introducendo in azienda nuove figure e nuovi skills. Questo orientamento mirato a valorizzare le persone e le professionalità è sottolineato anche dall’azione di Governo che, a differenza di altri player europei, identifica le competenze come una delle direttrici chiave del Piano Nazionale Industria 4.0.
La Formazione ritorna ai primi posti anche quando si parla di interventi da avviare nell’immediato futuro, a prescindere che il focus sia orientato all’innovazione, alla competitività o all’essere 4.0. Stessa chiave di lettura per gli investimenti in ricerca e sviluppo che vengono prima della formazione se l’obiettivo è la competitività e l’innovazione ma sono dietro a questa ed insieme alla digitalizzazione e alle infrastrutture di rete se la chiave di lettura è il passaggio ad azienda 4.0. La Formazione del personale in ottica 4.0 è per le nostre PMI prerequisito fondamentale per l’evoluzione del sistema e viene prima degli investimenti strutturali, sottolineando ancora una volta la precedenza del capitale umano sugli altri asset aziendali.
Ragionando in termini di competitività, le PMI indicano come oggetto di futuri investimenti l’organizzazione aziendale, l’assetto operativo, l’assetto direzionale e la struttura patrimoniale-finanziario, ben consapevoli quindi di come la competizione si vinca anche con ristrutturazioni interne che rendano l’azienda più solida ma comunque agile per cogliere le opportunità dei mercati internazionali.
Infine il 65% delle aziende intervistate è consapevole che la sfida dell’innovazione e della competitività su scenari globali si vince con figure manageriali in grado di gestire il cambiamento.
La sinergia tra PMI e managerialità rappresenta la chiave di volta attraverso cui il sistema paese può non solo reggere l’impatto della rivoluzione in atto, ma anzi cavalcarne l’onda per riaffermare l’eccellenza della nostra manifattura.
E questo emerge dal 70% di PMI che hanno in organico mediamente 4 figure manageriali dedicate ai diversi aspetti della vita d’impresa, dalla gestione alla produzione, e che hanno garantito alle loro aziende risultati in termini di crescita, sviluppo, organizzazione e fatturato.
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